“JE T’AIME TOTALEMENT, TENDREMENT, TRAGIQUEMENT”, SULL’AMORE E “IL DISPREZZO”

Non so esattamente cosa mi spinga a scrivere questo post. Probabilmente un desiderio recondito: quello di parlare di “amore” giacché è un termine particolarmente usato e usurato. Lo dico semplicemente perché stamattina (in realtà era domenica) mi sono abbandonato a una serie di riflessioni riguardanti l’amore, ma solo in un secondo momento mi sono reso conto che il mio era un bisogno sincero … parlare di “amore”. Il film di Godard è solo un pretesto per scrivere ma probabilmente anche l’esempio più lucido ed efficace per far comprendere ciò che penso.

“Je t’aime totalement, tendrement, tragiquement…” (la traduzione dovrebbe essere facile). La scena in questione ai molti risulterà sconosciuta. Trattasi del momento più alto de “Il disprezzo” di Godard. Una scena che non trovate nella prima versione italiana, quella censurata e tagliata da un puritano Carlo Ponti. L’ouverture (trovate il link alla fine del post) è emblematica per capire qual è il senso più profondo dell’amore: il tragico. L’elemento tragico sta nel fatto che prima o poi cesserà, e la percezione del suo effimero senso, della sua impossibilità di alimentarsi in eterno, di essere destinato come la vita a finire lo rende tragico.

L’amore è triste dunque. I dialoghi banali ma per certi versi teneri che contraddistinguono la vita di coppia non fanno che rendere l’amore ancora più tragico. La scena de “Il disprezzo”, enfatizzata da una toccante melodia di George Delerue, è a ben vedere la riprova di quanto fin qui già espresso: una conversazione quasi telegrafica segnata da un ambiguo carattere tragico … un amore che sta per finire suggellato da poche parole che costituiscono le fondamenta dell’incomunicabilità che alla fine atrofizza un rapporto. Frustrante è il timido richiamo (disperato) di lui che con un breve sussulto risponde alla domanda meno insignificante: “Mi ami totalmente?” “Sì, ti amo totalmente, teneramente, tragicamente …”. L’ultimo sussulto per provare a scuotere entrambi dal torpore che li sta per colpire. Un richiamo disperato che ha lasciato indifferente Carlo Ponti che ha preferito eliminare la scena … ma è soprattutto un richiamo disperato che ricorda tante storie finite male …

http://www.youtube.com/watch?v=XZ_77yVYTfo

Un commento

  1. Quanti tagli con quel film..-.-!
    Quella frase è molto bella, ha un senso. mi piace.
     
    E\’ difficile trovare in giro degli esimatori di Godard. *_*

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